Premessa Storica: Gestione delle Imprese
Quale problema portò all’introduzione del controllo di gestione e del budget? Le origini di queste prassi nascono da lontano, e più precisamente nel momento in cui la gestione delle imprese incomincia a diventare «complessa».
Prassi operative
Tutte le prassi operative che troviamo impiegate nelle
imprese sono state «inventate» per risolvere problemi. Quale problema portò
all’introduzione del controllo di gestione e del budget? Le origini di queste
prassi nascono da lontano, e più precisamente nel momento in cui la gestione
delle imprese incomincia a diventare «complessa». Fino alla prima rivoluzione
industriale, che possiamo collocare verso la metà del XVIII secolo, poche erano
le organizzazioni complesse di cui si avesse esperienza. Tra queste la più
rilevante era l’esercito, dove l’obiettivo era chiaro: vincere le battaglie
prima e la guerra poi. Mutevoli nel tempo i modi di combattere, e quindi di
organizzare l’esercito, anche per l’avvento di nuove tecnologie: i fucili, i cannoni
ecc. Chiaro era anche il criterio di scelta delle prassi operative: quelle che
consentivano di vincere. Altre organizzazioni complesse erano la chiesa, i
conventi, le manifatture possedute dalle case reali ecc.
L’esperienza maturata in lunghi anni aveva consentito di trovare il modo migliore per farle funzionare attraverso l’assegnazione dei compiti alle persone, la definizione delle unità operative e soprattutto la chiara definizione dell’autorità di comando. Ma l’attività economica prevalente, quella cioè orientata al mercato, era perlopiù appannaggio di unità semplici: agricoltori, artigiani, mercanti e così via. Lo scenario cambia con la rivoluzione industriale. Nascono le fabbriche: grandi unità in cui, grazie alle macchine, si producono in modo efficiente manufatti semplici (i tessuti, l’acciaio ecc.), isole di tecnologia avanzata attorniate da un mondo ancora artigianale.
Il mercato
Il mercato si
sviluppa e con il meccanismo dei prezzi assicura una adeguata integrazione tra
le diverse fasi dei processi produttivi: è attraverso il mercato che il
produttore di 0 Breve premessa storica 8 BUDGET filati integra le sue
lavorazioni con quelle del tessitore il quale, a sua volta, vende il proprio
tessuto ai mercanti, che lo mettono a disposizione del sarto o dei clienti
finali, che lo acquistano quando serve loro. I prezzi, e le regole di
reciprocità che caratterizzano il mercato, sono la via attraverso la quale
questa lunga catena viene opportunamente regolata. Quanto al governo delle
fabbriche, nessun problema: i lavoratori sono fisicamente prossimi e svolgono
compiti molto semplici; un capo autorevole e vicino è in grado, con la sua
autorità e la sua supervisione diretta, di assicurare che tutto funzioni per il
meglio. I problemi di governo dei collaboratori e di integrazione tra le fasi
incominciano a manifestarsi alla fine del XIX secolo, quando le tecnologie
portano a sviluppare imprese con molte unità distanti (per esempio le ferrovie
negli Stati Uniti) o che realizzano prodotti complessi (per esempio le macchine
da cucire).
L’autorità esercitata attraverso la supervisione diretta
all’interno delle fabbriche e il ruolo del mercato come regolatore dei rapporti
tra le imprese non riescono più ad assicurare che l’operato di tutti sia
orientato, in modo integrato, al raggiungimento di un fine comune, che è quello
di avere un sistema di imprese in grado di produrre in condizioni di equilibrio
economico ciò che i consumatori finali sono disposti ad acquistare. Il problema
delle unità distanti era stato risolto nel passato facendo leva sui legami
familiari – si pensi alle famiglie di banchieri in cui ogni parente operava in
uno stato diverso – o su particolari contratti – per esempio quelli di agenzia
–, difficili però da utilizzare quando le unità richiedano una integrazione
stretta e tempestiva. Nuovo è invece il problema che sorge dalle esigenze di
stretta integrazione necessarie per la produzione efficiente di prodotti
complessi.
Una soluzione consiste nell’individuare una misura che
esprima la prestazione di ogni unità operativa e riconoscere al suo capo
autonomia nell’operare quotidiano, considerandolo al contempo responsabile
della prestazione così misurata. La misura di prestazione è quindi ex ante
obiettivo da raggiungere ed ex post espressione dell’efficienza e dell’efficacia
dell’attività svolta. È in questo modo che, nelle ferrovie statunitensi, verso
la metà dell’Ottocento nasce il controllo di gestione.
Tale modo di gestire 9 0Breve premessa storica le imprese
(scandito in: definizione, di norma con cadenza annuale, di
prestazioni-obiettivo per ogni responsabile di unità organizzativa; reporting
periodico, di norma mensile, dei risultati raggiunti; sistema premiante a essi
collegato) si diffonde, verso la fine del secolo, nelle imprese manifatturiere
in cui reparti diversi devono operare in modo strettamente coordinato per
realizzare prodotti complessi, come nel caso della meccanica. Ai primi del
Novecento, l’affermazione di industrie che utilizzano macchinari sempre più
specifici e realizzano prodotti sempre più complessi – si pensi alle fabbriche
di automobili, archetipo delle imprese complesse degli inizi del secolo scorso
– implica l’emergere di nuovi problemi da gestire. Il primo nasce dal fatto che
molte risorse (impianti, personale competente ecc.) non possono essere reperite
facilmente sul mercato.
Non si possono cioè «comprare quando servono»: vanno predisposte, il che richiede che si ragioni anticipatamente sul loro impiego futuro e che, una volta deciso l’acquisto, si faccia in modo di impiegarle. Bisogna rinunciare alla flessibilità, perché spesso le macchine possono produrre solo pochi pezzi, se non addirittura uno solo, e occorre spingere le vendite per sfruttare adeguatamente gli impianti e quindi recuperare il capitale investito... Il secondo problema si collega al fatto che, per utilizzare al massimo le risorse «anticipate», non è più sufficiente affidarsi soltanto al mercato: occorre governare meglio l’intera filiera produttiva. Le imprese industriali, in particolare, non possono delegare totalmente alla catena commerciale (grossisti e dettaglianti) il governo dell’accesso al mercato da parte del consumatore finale: devono dotarsi di strutture di vendita (reti di venditori ma anche punti vendita).
Queste reti commerciali vanno a loro volta gestite, assegnando
loro obiettivi di vendita ben coordinati con le risorse anticipate in
produzione. Il budget nasce proprio a questo scopo, appropriandosi degli
strumenti di controllo di gestione sviluppati nell’area produttiva, e
aggiungendovi il tema della predisposizione delle risorse e dell’integrazione
delle diverse funzioni, in particolare di quella commerciale con quella
produttiva. Naturalmente l’appetito vien mangiando: tutti gli strumenti servono
per orientare la gestione verso il fine comune rappre- 10 BUDGET sentato dal
profitto. Nel momento in cui si passa dalla prospettiva della singola unità
operativa (il controllo di gestione originario) a quella della predisposizione
delle risorse e dell’integrazione delle funzioni (il budget), breve è il passo
verso la verifica che tutto quanto si sta programmando conduca al fine
aziendale e sia finanziariamente sostenibile. Arriviamo così all’ultima tappa,
con l’introduzione, nella prima metà del Novecento, del master budget, che
nasce nelle imprese statunitensi e si diffonde in quelle italiane nel secondo
dopoguerra.
Data di pubblicazione: 24 April 2020
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